Cosa leggono le scrittrici italiane in estate
Ogni anno, come il caldo, le zanzare e i gelati che si squagliano, arrivano puntali anche le liste di libri consigliati. Di solito si tratta di novità, romanzi che abbiamo amato tra le ultime uscite e che consigliamo ai lettori di non perdere. Nel compilarle, queste liste, non manca mai un certo imbarazzo. Qualche nome mancherà sicuramente, altri, che hanno suscitato il nostro indiscusso interesse, potrebbero non appassionare il largo pubblico, altri ancora vanno lasciati fuori per forza per non far diventare i consigli infiniti. La selezione non è mai facile. Quest’anno, dopo molte estati, ho deciso di lasciare l’annoso compito a chi di mestiere scrive. Cosa leggono le scrittrici italiane? Ne ho disturbate alcune in vario modo e con ogni mezzo possibile per scoprire con quali letture avrebbero riempito le calde giornate di agosto e che libri avrebbero messo in valigia (per chi andrà o è già in vacanza ma anche per chi rimane in città o è impegnata nella promozione del suo libro). Ecco quindi i loro consigli e i libri con cui passeranno il tempo. Romanzi tra le ultime novità o pietre miliari della letteratura. Molti sono i grandi classici che finalmente durante la pausa estiva possiamo leggere o addirittura rileggere perché affrontati in giovane età. Per scoprire tra le pagine qualcosa che non ricordavamo o che ci eravamo persi. C’è chi invece approfitta dell’estate per leggere le nuove uscite, quelle che ci siamo persi negli ultimi mesi di lavoro. Insomma, gli spunti non mancano. L’importante è sapersi prendere una pausa meritata o non dalle proprie attività e, soprattutto, dai social e dagli impegni e riscoprire il piacere delle pagine di un libro e delle avventure di carta.
Viola Ardone
Io quest'estate ho preso Il conte di Montecristo di Dumas, un super classico che non avevo mai letto ma di cui conoscevo tanto, come accade spesso per i classici. Ci sembra di averli già letti perché impregnano profondamente il nostro immaginario comune. È stata un'avventura incredibile: questo libro è un vero page turner, al mattino non vedevo l'ora di riprendere dal punto in cui avevo lasciato la sera prima. Risultato: in due settimane ho macinato 1200 pagine, e quando ho chiuso il libro sono rimasta intrappolata in quel mondo fatto di avventura, di crimine, di passioni terribili e tristemente umane. La vera vacanza quest'anno è stata un libro!

Il conte di Montecristo
Nessun romanzo, forse, ha avuto tante edizioni, tanti adattamenti cinematografici e televisivi; è diventato un musical, un fumetto con Paperino, è stato immortalato sulle figurine Liebig, condensato nelle strisce della Magnesia San Pellegrino e oggi ispira la serie televisiva americana Revenge. Tutti quindi possono dire di conoscerne almeno a grandi linee la trama e il protagonista, anche chi non lo ha mai letto. Ma non c'è trasposizione che valga il godimento di aprirlo e rimanere intrappolati senza scampo nel suo inesorabile ingranaggio narrativo.
Visualizza eBookAlessandra Carnaroli
Quest’estate ho scelto di leggere Sorella, mio unico amore della scrittrice americana Joyce Carol Oates perché di infanzia e di bambinə ci riempiamo sempre la bocca. Li divoriamo.

Sorella, mio unico amore
"La capacità di Oates di raccontare i caotici pensieri e sentimenti di un bambino ferito è incredibile.” Joan Smith, The Sunday Times
“Il racconto preciso e cinico di una famiglia disfunzionale negli anni novanta dominati dalla febbre per la fama e il denaro.” The Guardian
“Un altro passo nel cammino di Joyce Carol Oates per diventare la più grande scrittrice americana contemporanea.” The Independent
Visualizza eBookTeresa Ciabatti
L’estate mi servirà per rileggere Rumore Bianco di Don DeLillo perché mi interessa il racconto della paura della morte che diventa ossessione. In questo periodo cerco di capire le diverse possibilità di racconto della psicosi.

Rumore bianco
Fin dalla sua prima apparizione nel 1985, Rumore bianco di Don DeLillo si è imposto come un vero e proprio romanzo di culto, apice del postmoderno americano: non a caso il successo di critica e di pubblico culminò con la vittoria del National Book Award. Meno scontato era prevedere che nei decenni successivi Rumore biancoavrebbe continuato a essere la piú precisa, divertente e inquietante mappa per orientarsi nei tempi nuovi e sconosciuti in cui la civiltà occidentale stava entrando. È come se, nei quasi quarant'anni che ci dividono dall'uscita del libro, la realtà si fosse messa di impegno per adeguarsi e coincidere sempre piú con l'immaginazione di DeLillo.
Visualizza eBookFuani Marino
Quest’anno sto leggendo L’Isola di Arturo di Elsa Morante. In vacanza cerco sempre di alternare la lettura delle ultime uscite a quella di testi classici che ho da recuperare. Mi piaceva l’idea di un romanzo ambientato su un’isola, anche se non è la stessa dove mi trovo adesso in vacanza, e che indaga le ragioni imperscrutabili del desiderio.

L'isola di Arturo
Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un'isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall'idillio solitario alla scoperta della vita: l'amore, l'amicizia, il dolore, la disperazione. Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo(Premio Strega 1957) confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l'impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio.
Visualizza eBookVeronica Galletta
Quest’estate, tra gli altri, leggerò Un brav’uomo è difficile da trovare, una raccolta di racconti di Flannery O’Connor. Ho decido di rileggerli tutti perché faccio spesso nuove letture di testi che conosco già. Nei miei corsi di scrittura uso spesso il racconto Brava gente di campagna, che fa parte della raccolta, e ogni volta ci trovo intuizioni nuove, particolari o finezze che non ricordavo o non avevo notato alla lettura precedente. Allora mi son detta: vediamo se anche con gli altri racconti mi accade la stessa cosa.

Un brav'uomo è difficile da trovare
Uscito nel 1955 e composto da dieci racconti inarrivabili per forza espressiva e spietatezza dello sguardo, Un brav’uomo è difficile da trovare impose immediatamente Flannery O’Connor come l'esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il «gotico sudista».Unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un’influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofi, politici per la ricchezza dell’apparato simbolico e la potenza e originalità del tema religioso.
Visualizza eBookAntonella Lattanzi
Consiglio senza alcun dubbio Delitto Impunito di George Simenon, romanzo appena uscito per Adelphi. È la storia di due grandissime solitudini che si incontrano. Due studenti, uno poverissimo e uno ricchissimo i conoscono in una pensione a Liegi e per un motivo che non posso raccontare per non anticipare niente ai lettori, vedranno i loro destini uniti per sempre nel bene e nel male. Simenon riflette su cos’è un delitto impunito, sui concetti di punizione e di colpa richiamando tantissimo i temi di Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij. E entra, come di solito non fa nei suoi romans durs, con tutto se stesso nel libro raccontando delle vita, del dolore, della gelosia, dell’invidia e di cosa succede quando inneschiamo anche senza volerlo qualcosa. Quando un giorno ci appaiono delle gambe in una lama di luce oltre la porta, come racconta lui, come una sorta di presagio di morte e distruzione ma anche di conoscenza e la nostra vita non può più essere come prima. Adoro tutto Simenon (amo La Camera azzurra, per esempio) ma questo libro in particolare è molto diverso dagli altri dell’autore e la scrittura e lo stile sono straordinari.

Delitto impunito
«Lo ucciderò». Non pensa ad altro Élie, da quando, nella pensione della signora Lange che è ormai diventata il suo rifugio e la sua tana, è arrivato Michel. Ventidue anni, capelli scuri e lisci, gli occhi di un nero profondo, la carnagione olivastra, Michel è il rampollo di un’agiata famiglia romena, ha la stanza migliore, viene nutrito e coccolato, e tutte le sere raggiunge nei bar di Liegi un gruppo di connazionali. Élie invece ha una zazzera rossiccia e crespa, labbra carnose e occhi sporgenti che lo fanno assomigliare a un rospo; sbarcato tre anni prima dalla natìa Vilnius per preparare un dottorato in matematica, occupa una stanza che non può permettersi di riscaldare, mangia pochissimo, esce di rado, non ha amici.
Visualizza eBookMaria Grazia Calandrone
Sto leggendo Il passeggero di Cormac McCarthy perché, con la libertà dell’esperienza e della fiducia nelle parole, mescola pagine di straordinaria poesia, spesso metafisica, a pagine traboccanti di dettagli tecnici, che sono un’altra forma di poesia. È un libro che ispira e insegna, un libro malinconico e però vitalissimo, una continua lezione di libertà dalle strettoie dei generi.

Il passeggero
Nel cuore di una fredda notte del 1980, Bobby Western indossa la sua muta da sommozzatore e si tuffa nelle nere profondità della baia del Mississippi. Laggiú scorge il profilo di un aereo con nove corpi in cabina, gli occhi vuoti e le braccia protese verso un gelido abbraccio. Che fine ha fatto il fantomatico decimo passeggero? Quali oscure macchinazioni cela la sua scomparsa? Dolente viandante del mondo da sempre braccato dalla perdita e dalla colpa, ora Bobby deve tornare a fuggire, inseguendo la libertà e il ricordo di una donna per sempre irraggiungibile. Cormac McCarthy ritorna con il suo romanzo piú atteso e ci stupisce e conquista con un'opera di disperata bellezza e apicale bravura.
Visualizza eBookVeronica Raimo
Vorrei leggere La storia da dentro di Martin Amis. L’avevo iniziato a ridosso della morte di Amis e non volevo sentire il condizionamento di quella tristezza. Sono ancora triste che Amis non ci sia più, ma ora anche felice di poter sprofondare in quella che è stata la sua vita, e in quello che resta: una scrittura magnifica.

La storia da dentro: Come scrivere
Vent'anni dopo Esperienza, Martin Amis torna a prendere la parola in una fluviale «autobiografia romanzata» che, mescolando il materiale privato all'invenzione narrativa, la meditazione filosofica, il manuale di scrittura, il gossip piccante, il saggio, l'elegia e le splendide «chiacchiere sul nulla», ci restituisce il vibrante ritratto di un uomo e di uno scrittore, ma anche dei suoi mentori, amici e compagni di strada - Philip Larkin, Saul Bellow e Christopher Hitchens in testa. La «storia da dentro» di tutti loro fornisce un'efficace chiave d'accesso a una delle vene piú preziose della cultura contemporanea.
Gilda Policastro
Ciascuno di noi ha il grande classico che non ha ancora letto o che aveva letto in età talmente giovanile da poterne affrontare la rilettura come una prima volta. Il mio primo recupero estivo è Emily Bronte: Cime tempestose, preso in aeroporto in edizione economica. Mi serviva qualcosa di realmente immersivo che servisse a distrarmi dalla paura delle turbolenze. Ed ecco un libro scosso più dell'aereo da sentimenti estremi, passioni che incatenano vivi e morti, amori fra anime consimili, burrascose e selvagge. Un libro stupefacente per come le donne sanno agire audacemente e talvolta sconsideratamente, tanto più se si tiene conto delle condizioni costrittive in cui queste storie venivano pensate e immaginate. Un editor di oggi troverebbe macchinoso l'espediente della narrazione nella narrazione, ma la forza del libro è anche nella sua forma, non solo nei personaggi. Chi non ci fosse ancora stato, deve assolutamente avventurarsi fino a Cime tempestose, come Cathy, senza timore e con intimo piacere di lasciarsi travolgere da una storia connotatissima e insieme senza tempo.

Cime tempestose
Nella solitaria e selvaggia brughiera dello Yorkshire, invidie, rancori e ossessioni trasformano la storia d'amore tra Catherine e Heathcliff in un gioco crudele e pericoloso, in una passione assoluta e divorante, destinata a non abbandonarli mai. Neppure dopo la morte. A causa dei contenuti troppo forti, del carattere distruttivo del legame tra i due protagonisti e di una costruzione non lineare, Cime tempestosedovette aspettare il Novecento per essere riconosciuto come un capolavoro della letteratura mondiale. A noi lettori di oggi, smaliziati e consapevoli, non resta che continuare a godere di tutto il fascino ambiguo di quest'opera trasgressiva e asessuata: cosí isolata dalla società ed estranea alle convenzioni del suo tempo da risultare, miracolosamente, eterna.
Sabrina Efionay
Ecco il libro che mi sento di consigliare senza dubbio quest’estate: Il tempo delle stelle di Massimiliano Virgilio. Una coppia così affiatata da essere descritta come l’Entità, e tutte le crepe che crea il desiderio di un figlio che sembra non arrivare mai. Una coppia che sta in piedi più delle altre, ma che crolla nel vedere l’immagine di una piccola borghesia che si sgretola di fronte a qualcosa che non può avere ma che sembra tanto semplice da ottenere per tutti gli altri. Tutto poi si muove intorno ad un fatto di cronaca realmente accaduto, che ha visto purtroppo come protagonista un bambino. Ho trovato affascinante la scrittura di Virgilio, e la consiglio come compagnia quest’estate. Sicuro non ve ne pentirete!

Il tempo delle stelle
Una coppia affiatata, che ha condiviso tutto. Eccoli, Giuseppe e Lara. Insieme hanno abitato case minuscole e piene di libri, nascosto segreti, salutato per l'ultima volta Pino Daniele in una piazza del Plebiscito gremita di gente in lacrime. Come un'unica entità, sono entrati nell'età adulta, diventando il giornalista d'inchiesta e l'operatrice sociale che sono oggi, attenti custodi dei propri riti quotidiani. Una coppia forte del passato e pronta al futuro. Sono però in quell'età in cui gli amici cominciano ad avere figli. E loro lo vogliono, un figlio? Se fosse troppo tardi? Ci provano.
Visualizza eBookCarmen Verde
Esiste una musica nella scrittura di Fleur Jaeggy che ammette ogni sorta di trasformazione, ritmica o armonica, rimanendo tuttavia sempre la stessa, in ogni romanzo. In Ploreterka è lo sciabordio del mare la variazione melodica, il "calmo ritmo maligno" delle onde che stordisce i passeggeri della nave su cui viaggiano Johannes e sua figlia; in I beati anni del castigo è il silenzio della neve, insieme alla quiete soffocante del collegio dove la protagonista conoscerà Fréderique. Rileggerò entrambi i romanzi quest’estate e, arrivata all’ultima pagina, penserò alle parole con cui Maria Zambrano salutava l’amica Elena Croce: “A presto, dunque, e a sempre”, mia amata Fleur.

Proleterka
«Non dimenticherai questo viaggio con tuo padre. Così diceva a Delfi, davanti al tempio, l’amico di mio padre. La figlia di Johannes non doveva dimenticare quel viaggio con suo padre. Mentre guardo le rovine, la sua voce mi esorta a non dimenticare questo viaggio. Appena scendiamo a terra, la voce mi perseguita. Voce suadente. A ogni tappa del viaggio, davanti a ogni pietra, l’amico di Johannes mi ricorda che devo ricordare».
Sara Gamberini
Più che un libro in particolare, vorrei consigliare un autore. Quest’estate sto rileggendo un romanzo di uno scrittore da me molto amato, lo considero tra i migliori del nostro tempo ed è Mircea Cărtărescu. Lo consiglio di cuore, credo sia una lettura importante. Si può partire dalla trilogia Abbacinante (L’ala sinistra, Il corpo, L’ala destra), edita da Voland, ma anche da Solenoide, edito da Il Saggiatore. Di Cărtărescu amo soprattutto il lirismo, la sua scrittura davvero meravigliosa, la capacità di parlare per pagine e pagine di ciò che si nasconde tra le pieghe del reale e di accompagnare il lettore in atmosfere rarefatte, poetiche, visionarie, alla ricerca di un’altra verità possibile. Mircea Cărtărescu possiede la visione, somiglia a una sorta di profeta che osserva la “normalità” e le sue gabbie che tanto angustiano e arrecano disagio, costringendoci a condurre una vita lontana dal senso intimo delle cose, e prova a offrire un nuovo sguardo. Lo scrittore non smette di cercare e cercare e, generosamente, di indicare un’altra verità possibile. Mircea Cărtărescu nei suoi romanzi apre una via e indica una possibilità di fuga, svela e rivela, è questa la sua grandezza.

Solenoide
Solenoide è il capolavoro di Mircea Cărtărescu, l’opera monumentale che ingloba e fagocita tutte le precedenti, restituendoci la totalità del suo pensiero e l’eccezionalità della sua scrittura, la quale ricorda Kafka, Borges, Pynchon, Bolaño. C’è qui l’impronta di un visionario, un profeta che ci svela in tutta la sua evidenza la «cospirazione della normalità», la gabbia che il nostro cervello ha costruito per noi. Perché per Cărtărescu la realtà è un carcere e noi, come il protagonista di questo libro, abbiamo il dovere di evadere, di cercare, anche a rischio di impazzire, un’altra verità. Solenoide, è questa la sua grandezza, apre uno squarcio e illumina la via di fuga.
Visualizza eBookSarah Barberis
Sto leggendo L'invincibile estate di Liliana di Cristina Rivera Garza. È la storia del femminicidio della sorella di chi scrive. Lo voglio leggere perché intorno al femminicidio ho troppi interrogativi irrisolti. Non riesco a capirlo e questa mi sembrava la storia giusta. Rivera Garza alterna racconto in prima persona, cronaca, utilizzo di scritti della sorella in modo sottile eppure deliberato. Ho voglia di una narrazione sospesa tra memoir, cronaca e narrativa pura.

L’invincibile estate di Liliana
Da una storia vera, un memoir che ha la delicatezza della grande letteratura e la forza di un gesto politico, in cerca di giustizia per una sorella perduta e per tutte le donne vittime di violenzaIl 16 luglio del 1990, a Città del Messico, Liliana Rivera Garza fu vittima di un femminicidio. Aveva vent’anni, studiava architettura. Da tempo cercava di porre fine a una relazione con un ragazzo che non le dava tregua. Qualche settimana prima della tragedia, prese una decisione definitiva: nel cuore dell’inverno aveva imparato che in lei c’era, come diceva Albert Camus, un’invincibile estate.
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