L'eternità è nei libri. Storia dei vampiri
Che il vampiro non possa varcare una soglia senza essere invitato dice molto al riguardo. È la preda, prima ancora del predatore, a reclamare il piacere della caccia, non viceversa. (Tommaso Pincio, “Dracula: lo specchio segreto”)
Il fascino immortale del vampiro non sembra mai davvero esaurirsi, dagli esordi nella letteratura gotica alla svolta “goth” degli anni Novanta, fino ad arrivare alle progenie mostruose dell’horror d’azione e alle incarnazioni più romantiche e adolescenziali dei Duemila. Una longevità che non sorprende, soprattutto se si pensa alla sana dose di rispetto e terrore che persino gli antichi tributavano a queste creature a metà strada tra mito e folklore. Brucolaco, dampyr, vampyr, catacano, strigo, jiangshi: sono solo alcuni dei nomi che hanno infestato gli incubi degli esseri umani per più di millecinquecento anni.
Quel che è certo è che, tra tutti i mostri partoriti dalla mente di Homo sapiens, il vampiro occupa un posto di riguardo, al contempo di sovrano e di ribelle del mondo soprannaturale. La natura antropomorfa, intelligente e carismatica del vampiro non ha ceduto neppure dinanzi ai tentativi di declassamento al ruolo di “zombie cosciente” (come accade in film quali Le notti di Salem, Blade II e 30 giorni di buio). È molto probabile che ciò sia dovuto all’intenso legame che, da sempre, tale figura intrattiene con la sfera sessuale – una caratteristica mutuata dalle creature demoniache conosciute come incubi e succubi. Approcciando le sue vittime nel sonno o nell’oscurità e mordendole per succhiarne il sangue, il vampiro intreccia amore e morte, predazione e contatto intimo. Può darsi persino che, come nota il filosofo francese Gilles Deleuze, il contagio operato dal vampiro anticipi nell’immaginario collettivo quello del virus, veicolando per analogia la trasgressione di ogni confine fisico e morale. Un’epidemia di duplice tipo: da un lato, l’auto-replicazione del vampiro nei cadaveri vampirizzati; dall’altro, la propagazione dell’indecenza e dell’immoralità. Temiamo il vampiro e, al contempo, desideriamo con tutti noi stessi essere amati da lui e, ancor più, essere come lui.
Funziona più o meno così anche la macchina cinematografica messa in piedi da Robert Eggers nel suo remake del classico espressionista di Murnau, Nosferatu (2025). In questa nuova versione, il conte Orlok trascina la protagonista in un vortice di malattia psichica e somatica, un espediente che consente di mettere in scena i sintomi di quella “patologia del desiderio” un tempo conosciuta come isteria. Non è un caso che l’unico orizzonte prospettato da Eggers sia la piena e totale consumazione.
Per comprendere a pieno la trasformazione storica, letteraria e cinematografica del vampiro, che culmina oggi nella riproposizione di un grande classico, ci si può soffermare sui temi e gli immaginari al centro di cinque opere letterarie fondamentali.

Il vampiro (1819)
Il racconto di John William Polidori The Vampire, anticipatore del più famoso Dracula di Stoker, fu scritto nel 1816, la stessa estate in cui fu composto il Frankenstein di Mary Shelley, sulle rive del lago di Ginevra...
Visualizza eBookQuesto racconto breve, a opera del medico personale di Lord Byron, ha definito la figura del vampiro nella letteratura moderna. La trama segue le vicende di Aubrey, un giovane e ingenuo aristocratico inglese, che stringe amicizia con Lord Ruthven, un nobile misterioso e affascinante. Nel tempo, Aubrey inizia a notare lo strano comportamento di Ruthven, che sembra esercitare un’influenza nefasta sulle persone che incontra, in particolare le donne. In seguito a un evento che coinvolge la figlia di una conoscenza comune, Aubrey decide di troncare l’amicizia e allontanarsi dal Ruthven. Durante un viaggio in Grecia, Aubrey e Ruthven si incontrano per caso e il giovane protagonista finisce per scoprire la vera natura dell’ex-amico. Alla fine, i due sono vittima di un agguato da parte di un gruppo di banditi e Ruthven viene ferito a morte. Prima di spirare, però, il nobile fa giurare ad Aubrey di mantenere il segreto sulla sua identità per un anno e un giorno. Al suo ritorno a Londra, Aubrey scopre con orrore che Ruthven è inspiegabilmente vivo e sta corteggiando sua sorella. Intrappolato dal suo giuramento, Aubrey cerca di avvertire la famiglia ma viene sopraffatto dalla follia.
Troviamo, qui, alcune delle caratteristiche chiave non solo del Nosferatu di Eggers ma anche del successivo (e ben più noto) Dracula di Stoker. Di fatto, è questa combinazione di alterigia, perfidia, carica erotica e spirito di ribellione a traghettare nell’epoca dei lumi e del vapore la figura di questo antico nemico dell’umanità.

Carmilla (1872): La vampira e il detective dell’occulto
I racconti qui presentati, "Tè verde", "Il giudice Harbottle" e "Carmilla", appartengono alla raccolta "In a Glass Darkly". Composti in momenti differenti e pubblicati su varie riviste e poi riuniti nel 1872, i singoli racconti, benché diversissime siano le storie ivi riportate, possono essere considerati parti di un’unica narrazione, fatta di oscure risonanze e di sinistri riflessi.
Visualizza eBookLa prima novella gotica a esplorare il tema del vampirismo dal punto di vista femminile, scritta da uno dei più malinconici autori irlandesi. La storia è narrata da Laura, una giovane donna che vive in un castello con suo padre. La loro tranquilla esistenza viene interrotta dall'arrivo di Carmilla, un’affascinante ragazza che, in seguito a un incidente con la sua carrozza, viene accolta nella loro casa. Fin da subito, Laura e Carmilla sviluppano un rapporto intenso e ambiguo. Nel frattempo, nel villaggio vicino si verifica una misteriosa moria di giovani donne, preceduta da sintomi altrettanto enigmatici. Laura stessa inizia a soffrire di incubi e a subire un progressivo declino fisico. Con l’arrivo del generale Spielsdorf, viene rivelato che Carmilla è, in realtà, un’antica vampira di nome Mircalla, appartenente a una famiglia nobile decaduta, un tempo nota per la sua eccezionale crudeltà. Così, il padre di Laura e i suoi alleati smascherano Carmilla e pongono fine alla sua esistenza attraverso un rituale che prevede la riesumazione e la distruzione del corpo della giovane vampira.
Le Fanu pone il lettore al cospetto di una vampira sofisticata e tragica. Impossibile non notare il velo di rassegnazione insito nella storia del deus ex machina Spielsdorf, per il quale i vampiri nascerebbero solo alla morte di giovani individui ancora troppo attaccati alla vita. È l’idea che la morte sia sempre ingiusta e spietata, anche quella di creature mostruose e innaturali, a fare da motore a questo tipo di approccio alla figura del vampiro.
Nel 1964 Camillo Mastrocinque ha tratto da questo racconto un adattamento intitolato La cripta e l’incubo.

Dracula (1897)
“State a sentirli, i figli della notte! Questa è la loro musica!” “Basta l’inizio: con questo Jonathan Harker, procuratore legale in quel di Exeter, che arriva in Transilvania, e si trova immediatamente avvolto in un clima di mistero e di scongiuri...
Visualizza eBookL’opera che ha codificato la figura del vampiro per l’epoca a venire, nonché la più conosciuta dal grande pubblico. Stoker aveva introdotto la figura di Dracula già nel 1983, nel racconto “L’ospite di Dracula”, che ruota attorno al viaggio del giovane avvocato Jonathan Harker verso il castello del vampiro (si tratta, insomma, di una sorta di prequel al romanzo). In questo racconto breve Dracula appare nelle sue vesti più selvagge e feroci, quelle del demone capace di esercitare controllo sugli altri vampiri, sui mostri e le bestie feroci. Saranno tali aspetti a costituire il versante più “perturbante” del romanzo di Stoker, grazie al contrasto tra la cortese affabilità e il fascino del conte e le sue abilità soprannaturali – come, ad esempio, quella di arrampicarsi a mani nude su una parete liscia, o quella di trasformarsi in un banco di nebbia. È proprio il sottile equilibrio tra umanità e mostruosità, che Stoker introduce e perfeziona a partire dai suoi predecessori, a rendere Dracula un romanzo fondamentale.
Harker, invitato dal conte in Transilvania per questioni riguardanti l’acquisto di una proprietà immobiliare, non sa che Dracula intende trasferirsi a Londra per cominciare una nuova vita nel cuore pulsante della modernità occidentale – oltre che per, ovviamente, mietere nuove vittime. Mentre Harker rimane bloccato nel castello del conte, quest’ultimo arriva a Londra. A farne le spese per prime (come nel racconto di Polidori) sono le donne vicine al protagonista maschile. Mina, la fidanzata di Harker, e Lucy, la migliore amica di quest’ultima, cominciano a essere influenzate dal conte a livello psicofisico e subliminale. Alleato delle due coppie di protagonisti è il dottor Van Helsing, uno strano scienziato che ha dedicato tutta la sua vita a dare la caccia ai vampiri e che è a conoscenza della vera natura di Dracula.
Impossibile elencare tutte le opere tratte da questo capolavoro della letteratura gotica. Si va dal classico Dracula di Tod Browning del 1931 (che vede protagonista la leggenda del cinema Bela Lugosi), al celebre film del 1992 di Francis Ford Coppola, Bram Stoker’s Dracula; dall’assurdo ero-horror Vampyros Lesbos di Jesùs Franco del 1971, al classico del videogaming Castlevania (1986); fino ad arrivare alla serie di romanzi brevi per bambini dedicata al coniglio vampiro Bunnicula (1979-2006), a opera di James e Deborah Howe.

Intervista col vampiro (1976)
«Anne Rice comincia là dove Bram Stoker e i film sui vampiri si sono fermati e dà vita a un thriller formidabile che raggiunge il cuore del mito e ci affascina.» Chicago Tribune
Visualizza eBookQuesto romanzo spartiacque racconta la storia di Louis de Pointe du Lac, un giovane aristocratico francese che, nel 1791, viene trasformato in vampiro dal misterioso e carismatico Lestat de Lioncourt. La trama si sviluppa attraverso un’intervista, nel corso della quale Louis narra la sua vita immortale, i suoi conflitti con Lestat e la sua lotta interiore contro la natura predatoriale tipica del vampiro. Nel corso dei decenni che trascorrono insieme, Louis forma un legame molto complesso con Lestat, che si rivela essere un vampiro egoista e spietato. Ben presto, a loro si va ad aggiungere Claudia, una bambina di cinque anni che Lestat trasforma in vampiro, condannandola a rimanere intrappolata in un corpo che cresce dal punto di vista mentale ma non da quello fisico. Sarà proprio Claudia a convincere Louis a ribellarsi e a fuggire al loro stesso creatore. Dopo un aspro confronto con Lestat, i due intraprendono un viaggio alla ricerca di un altro tipo di vita, durante il quale incontrano altri vampiri (tra i quali Armand, che sarà protagonista di un successivo romanzo della Rice). Alla fine, dopo aver perso tutto e tutti, compresa Claudia, Louis si rifugia in un angolo remoto degli Stati Uniti, da dove racconta la sua storia al giornalista che lo intervista.
Si tratta del primo romanzo a porre al centro l’esistenza tragica e solitaria del vampiro – nonché, ovviamente, del primo ad avere come protagonista una di queste creature. Lo stile di Anne Rice, unico nel suo genere, è influenzato sia da autori contemporanei quali Stephen King (in particolare dal classico Carrie del 1974), sia dai classici della letteratura anglosassone (Dickens, Woolf, Hemingway e le sorelle Brontë), fino ad arrivare a pilastri dell’esistenzialismo quali Sartre e Camus. L’effetto finale è un’opera vasta e tragica e, al tempo stesso, profonda e delicata. Non è da sottovalutare la malattia che colpì la prima figlia dell’autrice nel periodo della sua formazione da scrittrice, nonché la morte di quest’ultima nel periodo che precedette l’inizio della stesura del romanzo: un evento che si riflette nella tragica storia di Claudia e nel senso di intensa disperazione che permea il libro.

Twilight (2005)
Bella si è appena trasferita a Forks, la città più piovosa d’America. È il primo giorno nella nuova scuola e, quando incontra Edward Cullen, la sua vita prende una piega inaspettata e pericolosa...
Visualizza eBookL’opera che, più di ogni altra (si veda il film Underworld, del 2003, a cui il romanzo sembra essere vagamente ispirato), ha rischiato di spazzare via dalla letteratura contemporanea la figura del vampiro. Twilight racconta la storia d’amore tra Bella Swan, un’adolescente umana, ed Edward Cullen, un vampiro centenario intrappolato nel corpo di un giovane uomo di bell’aspetto. Bella Swan si trasferisce a Forks, una cittadina piovosa dello stato di Washington e conosce Edward Cullen, un ragazzo misterioso che scopre essere un vampiro. Nonostante le differenze, i due si innamorano. La loro relazione è minacciata dall’arrivo di James, un vampiro cacciatore che desidera uccidere Bella. Dopo un confronto fisico tanto serrato quanto spettacolare, Edward riesce a salvarla, ma Bella si rende conto di voler restare al suo fianco, anche se questo significa rinunciare alla sua umanità.
Non vi è dubbio che un romanzo come Lasciami entrare (2004), di John Ajvide Lindqvist, meriti – da un punto di vista puramente letterario – di occupare questa posizione ben più del best seller di Meyer. Il punto, però, è che Twilight è riuscito a totalizzare un venduto pari a circa centosessanta milioni di copie (aggiornato al 2020), riuscendo a colonizzare, in soli quindici anni e in modo pressoché egemonico, l’immaginario di più di una generazione. I vampiri di Meyer si situano a metà strada tra quelli di Rice e gli adolescenti problematici resi popolari da serie televisive quali Dawson’s Creek (1998-2003) e The O.C. (2003-2007), realizzando quello che non può essere definito se non come un “tradimento assoluto” nei confronti del genere dell’horror gotico e neogotico. Tra le novità introdotte da Meyer si possono elencare un sensibile aumento della forza fisica dei vampiri, nonché l’aver rimpiazzato lo stato di carbonizzazione legato alla luce solare con un bizzarro processo di cristallizzazione. Eppure, anche i vampiri luccicanti di Twilight non sfuggono ai temi fondativi posti dalla letteratura moderna: la malinconia della giovinezza, il potenziale divisivo degli affetti, l’irruzione perturbante della sessualità e l’equilibrio instabile tra Eros e Thanatos.
Con Twilight il vampiro transita a pieno diritto nella letteratura di massa contemporanea, continuando a polarizzare i lettori (e gli spettatori) di tutto il mondo e contribuendo, a modo suo, ad alimentare l’evoluzione di quello che è ormai un archetipo dell’orrore e del perturbante.
Claudio Kulesko è filosofo, scrittore e traduttore. È tra i fondatori del collettivo Gruppo di Nun e tra i principali contributori alla raccolta new weird theory Demonologia rivoluzionaria (Nero, 2019). Ha pubblicato l’antologia horror L’abisso personale di Abn Al-Farabi e altri racconti dell’orrore astratto (Nero, 2022), l’ibrido theory-fiction Ecopessimismo. Sentieri nell’Antropocene futuro (Piano B, 2023) e le due novelle Al limite del possibile (Zona 42, 2024) e La palude (Moscabianca 2024). Suoi saggi e racconti sono stati pubblicati su riviste online e cartacee, nonché in diverse antologie.